ENTRATA DI CRISTO A BRUXELLES

     James Ensor (1860-1949), personaggio umanamente complesso e al di fuori della norma, è un pittore caratterizzato da una pungente carica satirica, amaro, dissacrante, dal simbolismo acceso e fantastico con chiare sfumature di grottesco.
La sua esasperata visione del mondo e l’uso innaturale dei colori sconvolgeranno per sempre il modo di fare arte e come Vincent Van Gogh, Edward Munch ed in parte Paul Gauguin, Ensor apre la via alla più grande rivoluzione stilistica del '900, tracciando la strada dell'arte moderna.
     "L'entrata di Cristo a Bruxelles", del 1888-89, un olio su tela, 258 x 431 cm, è tra i più famosi dipinti di Ensor e forse il suo capolavoro, raffigura Cristo che entra in città acclamato dalla folla.
La trasposizione temporale colloca il fatto all'epoca moderna, in una città brulicante di folla, alla presenza di una banda di militari in divisa, in mezzo ad una eterogenea moltitudine di figure-fantoccio mascherate (la maschera, elemento surreale per eccellenza, ricorre spesso nei dipinti di Ensor), pupazzi inespressivi gelidamente ed ambiguamente sorridenti, mentre gli striscioni con le scritte ed i cartelli colorati conferiscono all'insieme l'atmosfera di una moderna manifestazione di piazza. La piccola figura di Cristo è quasi invisibile di fronte a questo corteo carnascialesco. Si trova al centro del dipinto ed è completamente ignorato da coloro che lo acclamano “Re di Bruxelles”. La figura del Cristo avanza cavalcando un asino, il capo circondato da una anacronistica aureola, poco divinamente sommerso da una folla chiassosa e irridente, privato di ogni carisma, il simbolo della fede cristiana perde ogni valore ideologico per divenire pretesto di una critica della società moderna ridotta ad una congrega di fantocci urlanti e indifferenti, personaggi caricaturali volutamente volgari. Tra la folla, infatti sono state individuate vere e proprie caricature dei principali uomini di potere e cultura dell’epoca.
Ogni persona appare isolata, seppur all’interno di questo carnevale barbaro e sensuale.
L'impostazione prospettica del dipinto secondo un punto di vista centrale focalizza l'attenzione sul Cristo che avanza, mentre due blocchi laterali di figure in primo piano incanalano la processione entro una profondità spaziale affollata ma ben chiaramente strutturata, il disegno è intenzionalmente grossolano, affidato a linee spezzate di grande potere emotivo, con deformazioni di stampo espressionista, autonome rispetto al colore, con una loro precisa valenza segnica, mentre il colore, che gioca un ruolo determinante in dialogo paritario con il segno, violento ed acceso nel trionfo dei rossi stesi in pennellate brevi e nervose, anticipa la corrente fauve nel libero antinaturalismo e nelle controllate dissonanze.

                                                                                              Prof. Vincenzo esposito